

Siamo onesti... se LinkedIn avesse voluto davvero fermare gli strumenti di automazione, avrebbe potuto farlo anni fa.
Hanno i soldi di Microsoft, i team di machine learning e la forza legale. Eppure gli strumenti che automatizzano l'outreach, il posting e il lead scraping continuano a spuntare e molti funzionano ancora bene.
Ecco la verità che LinkedIn non dice ad alta voce: tollera un livello controllato di automazione perché alimenta proprio il coinvolgimento da cui dipende il suo modello di business.
Le entrate di LinkedIn dipendono dal coinvolgimento e dalla crescita degli utenti, non dal purismo.
Ogni nuovo post, DM, connessione o commento significa:
L'automazione, anche quella leggera, aumenta silenziosamente tutto questo.
Quando gli strumenti di automazione inviano richieste di connessione, programmano i post o attivano le risposte ai messaggi, i numeri di engagement di LinkedIn aumentano.
Se la piattaforma vietasse tutti gli strumenti di automazione, metterebbe a tacere gran parte della sua comunità di creatori e di outbound, lo stesso pubblico che guida l'utilizzo quotidiano.
LinkedIn gioca un attento gioco di equilibri.
Alcuni strumenti sono visti come "utili" strumenti di produttività. Altri, come motori di spam.
L'automazione tollerata o "zona grigia" comprende:
L'automazione vietata o ad alto rischio comprende:
LinkedIn sa che non può mettere tutta l'automazione nello stesso contenitore, senza soffocare i creatori, i reclutatori e i professionisti delle vendite che tengono in vita la piattaforma.
Invece di eliminare l'automazione, LinkedIn applica il rilevamento basato sul rischio.
Tracciano:
Se si rimane al di sotto del radar - volume modesto, buon targeting, conversazioni genuine - in genere si è a posto.
Se il vostro comportamento inizia a sembrare quello di un bot per le persone a cui state messaggiando, verrete segnalati prima ancora che l'algoritmo reagisca.
In altre parole, LinkedIn non vuole l'automazione zero. Vuole un'automazione che sia umana.
LinkedIn potrebbe distruggere ogni bot domani? Tecnicamente, sì.
Ma gli effetti collaterali sarebbero brutali:
Quindi accettano una piccola quantità di spam e di attività fasulle come costo per mantenere vivo l'ecosistema.
Il loro vero obiettivo non è "zero automazione".
È "mantenere l'automazione entro limiti socialmente tollerabili".
Se la piattaforma non dà l'impressione di essere spam, ci guadagnano tutti: il coinvolgimento rimane alto, gli utenti restano attivi e i ricavi continuano a salire.
Se state facendo outbound, social selling o automazione dei contenuti su LinkedIn, dovete capire a che gioco state giocando:
Noi di Alsona crediamo che l'automazione non sia un nemico, ma che lo sia l'uso improprio.
Il futuro appartiene ai creatori, ai coach e ai professionisti che combinano l'automazione intelligente con il tocco umano.
Questo è l'equilibrio che stiamo costruendo in ogni sistema outbound che progettiamo: scalabile, efficiente e ancora inconfondibilmente umano.
LinkedIn non lo ammetterà mai, ma l'automazione non sta andando da nessuna parte.
La domanda è: la state usando in modo intelligente o state mettendo a rischio il vostro account per un volume a breve termine?